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Eco villaggi, modi di vivere alternativi

   Il termine “eco villaggio” (dall’anglosassone “eco-village”, è stato coniato per la prima volta negli anni ’90. In realtà la traduzione appare un po’ troppo generica: meglio sarebbe il termine “comunità intenzionale ecosostenibile”, ovvero un gruppo di persone che ha scelto di lavorare insieme con l’obiettivo di un ideale o di una visione comune.
   La maggior parte delle comunità condivide terra e abitazione e possono essere di dimensioni e organizzazioni varie: rurali o urbane; alloggiate in un’unica abitazione o in case separate; laiche o religiose. Vi sono eco villaggi dove esiste un sistema di retribuzione differenziato a seconda della propria attività, in altri la comunità provvede alle spese generali e assicura a tutti uno stipendio uguale. In alcuni casi i membri lavorano all’interno della comunità, in altri svolgono professioni fuori da essa.
   Alcuni eco villaggi sono anti per ridare vita ad un vecchio borgo abbandonato e contano mediamente dai 20 ai 30 membri, ma in Europa vi sono anche realtà che toccano i 600 abitanti.
   Nella maggior parte dei casi la terra, gli edifici, i mezzi di trasporto, gli elettrodomestici e le abitazioni sono in comune, diminuendo così notevolmente l’impatto ambientale.
   Le esperienze più diffuse si trovano in Danimarca, Olanda e nei Paesi scandinavi, Stati Uniti e Gran Bretagna. In Italia esistono una ventina di realtà ed è possibile visitarle, concordando il tutto direttamente con la comunità interessata. Per aderire all’iter è più complesso: oltre che a rilevare un identico stile di vita, ogni comunità ha un regolamento ben preciso. Si può comunque prendere contatto con la singola comunità e documentarsi, anche tramite internet, per comprendere meglio la filosofia di vita e com’è organizzata.

RIVE ovvero, Rete Italiana Villaggi Ecologici: nata nel dicembre 1996 ha lo scopo di far conoscere realtà comunitarie, dove è possibile sviluppare una piccola società basata su solidarietà, cooperazione ed ecologia. A essa appartengono realtà differenti, ma tutte si basano su una vita economicamente, socialmente ed ecologicamente sostenibile. Come si legge nella Carta degli intenti della RIVA, “Gli eco villaggi si ispirano a criteri di sostenibilità ecologica, spirituale, socioculturale ed economica, intendendo per sostenibilità l’attitudine di un gruppo umano a soddisfare i propri bisogni senza ridurre, ma anzi migliorando, le prospettive delle generazioni future”


Dalla rivista Bio 

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