Tratto dall'articolo di Italo Cillo "Le due religioni", per leggerlo clicca QUI
Ci sono due religioni in questo mondo.
Ci sono due religioni in questo mondo.
Non cercarne una terza, perché
non esiste.
Ho scritto questo articolo
affinchè TU possa decidere – una volta
per tutte – a quale delle due appartieni.
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Secondo la prima religione, “Dio” è il nome
che attribuiamo a quell’Assoluto che
il nostro intelletto – essendo limitato – non riesce a comprendere.
Questo Assoluto è privo di dimensioni, è “a
monte” di tutti i fenomeni, è ciò da cui scaturiscono tutti i fenomeni, è ciò
che si manifesta attraverso tutti i fenomeni ed è ciò a cui ritornano tutti i
fenomeni, dopo la loro cessazione.
Per la seconda delle due religioni, Dio è un essere a sé stante, intrinsecamente
esistente, dotato di coscienza propria, al di fuori del tempo e dello spazio,
perfetto e infallibile, responsabile della Creazione di tutto l’Universo, da
cui però è distinto e separato.
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Secondo la prima religione, l’Assoluto (cioè
Dio) può essere sperimentato direttamente, perché è dentro di noi e non è
diverso da noi. Anzi, lo scopo della vita umana consiste precisamente nel
realizzare la nostra Vera Natura, che è l’Assoluto (cioè Dio).
Per la seconda religione, Dio è intrinsecamente superiore rispetto a noi, e
noi intrinsecamente inferiori rispetto a lui (scrivo “lui”, perché la
seconda religione lo dipinge preferibilmente come maschio).
Lo scopo della vita umana è credere in
questo Dio superiore e sottomettersi alla sua volontà, giacchè pensare di
“realizzarlo in noi” sarebbe una bestemmia e un’eresia.
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Secondo la prima religione, i mondi, gli
universi e gli esseri viventi che li abitano si evolvono: diventano sempre migliori, trascendendo il proprio
egoismo e senso di separazione, per diventare sempre più unificati all’Assoluto
(cioè Dio). In altre parole, la “perfezione”
si trova alla fine, dev’essere conquistata.
Per la seconda religione, la perfezione si trova all’inizio,
perché il Creatore (Dio) è perfetto. Dopo la creazione, il creato può essere
solo ed esclusivamente imperfetto (rispetto al suo Creatore.)
Perché un Dio perfetto dovrebbe creare una
realtà che è imperfetta, e colma di sofferenza? La seconda religione non ha
mai dato a questa domanda una risposta adeguata, che sia in grado di soddisfare
i criteri della comune logica umana.
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Secondo la prima religione, Dio è sinonimo di tutto ciò che è Assoluto,
trascende il mondo della materia, trascende le capacità di comprensione
dell’intelletto umano, non può essere descritto in parole né pensato attraverso
i pensieri.
Di Dio, non si può affermare
neppure che “esiste” o che “non esiste”, perché la normale categoria umana di
“esistenza” non si applica al suo caso.
Dio non è il creatore del mondo della
materia: questa è creata dalle illusioni degli esseri umani, è il
prodotto dell’allontanamento da Dio ed è intrisa di ignoranza.
Dio non è contaminato da ciò che “mondano” e
“materiale”, né può essere afflitto da
emozioni negative (come preferenze ed antipatie) e dal pensiero
egocentrico.
Per la seconda religione, invece, Dio
“esiste” in modo concreto, personale, individuale, distinto e separato.
Dio non solo “esiste” in quanto tale, ma è
il creatore del mondo materiale.
Non solo l’ha creato, ma continua ad
interagire con esso.
Non solo interagisce con esso, ma lo fa
attraverso le stesse emozioni
perturbatrici che affliggono la mente degli esseri umani: preferenze,
antipatie e indifferenza.
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Secondo la prima religione, gli esseri
viventi sono in realtà esseri spirituali
immortali.
In ciascuno di loro brilla uno spirito,
un’essenza, un’anima, un “flusso di coscienza e consapevolezza” che non viene distrutto al momento della morte,
ma prosegue.
Per la seconda religione, un’anima
individuale viene generata (dal Creatore, cioè Dio) al momento della nascita, o
del concepimento. Prima non esisteva.
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Secondo la prima religione, la nostra parte spirituale immortale (spirito,
essenza, anima o “flusso di coscienza”) esiste da sempre, fin da un tempo senza
inizio, perché non è mai esistito un tempo in cui “le cose non esistevano”.
Dunque – benché debba essere purificata dei
suoi difetti temporanei – la nostra parte
spirituale immortale non è diversa da Dio: è quella “scintilla divina” che può e deve essere realizzata in
ciascuno di noi.
Continuiamo a rinascere come essere confusi
e “separati”, finchè non ci riusciamo.
Per la seconda religione, c’è stato un tempo in cui non esisteva
nulla. Tranne Dio, che però esisteva.
Dopodiché
Dio ha creato i mondi, gli universi e gli esseri viventi che li abitano.
Questi
ultimi NON hanno una parte spirituale
immortale (spirito, essenza, anima o
“flusso di coscienza”), bensì la loro anima è creata dal nulla al momento del concepimento.
Questa parte spirituale è intrinsecamente inferiore rispetto al
Creatpre che l’ha generata, e non ha nessuna speranza di evolversi fino a
diventare come Lui. Anzi, la sola idea sarebbe considerata una bestemmia e
un’eresia.
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Secondo la prima religione, lo scopo di ogni
essere spirituale immortale è realizzare la Liberazione dalla sofferenza, dall’illusione e dall’ignoranza.
Questa si ottiene spezzando
l’identificazione con le cose e le situazioni del mondo materiale (che non
durano, e non possono dare alcuna felicità a lungo termine) e realizzando la
propria Vera Natura spirituale.
Questa realizzazione non è “intellettuale”,
ma una profonda esperienza diretta
(della “illuminazione”) che trasforma radicalmente e per sempre la vita di un
individuo, che diventa libero dalla
sofferenza.
Per la seconda religione, non esiste un percorso di “perfezionamento
evolutivo” dell’uomo e non esiste un traguardo detto “illuminazione spirituale”.
Un simile percorso viene condannato come
arroganza e superbia umana, frutto di eresia ed errore (“il prezzo spirituale di pratiche come lo
yoga e la meditazione è la perdita della fede e la perversione della relazione
uomo-Dio; queste pratiche rappresentano una specie di schizofrenia mentale, che
può condurre perfino a disturbi psichici e, talvolta, ad aberrazioni morali”.
Joseph Ratzinger)
Gli esseri viventi sono intrinsecamente
inferiori al Dio che li ha creati e il loro unico scopo consiste nel credere,
obbedire e glorificare Colui che è onnipotente.
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La prima religione insiste enfaticamente
sulla “bontà fondamentale”
dell’essere umano.
L’essere umano ha natura divina (o “natura
di buddha”, o “natura illimitata”) ed è solo a causa di oscurazioni mentali
passeggere che non ne è consapevole.
La natura divina è permanente, i difetti
mentali sono temporanei: possono essere purificati e trascesi.
L’essere umano è fondamentalmente buono.
La seconda religione insiste enfaticamente
sul “peccato originale” dell’essere umano. L’uomo è irrimediabilmente macchiato
da una colpa primordiale, derivante dalla sua disobbedienza a Dio. L’essere
umano, lasciato a se stesso, è fondamentalmente peccaminoso e cattivo (benché
sia stato creato da Dio).
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Secondo la prima religione, la nostra parte
spirituale immortale abbandona il corpo fisico al momento della morte,
attraversa alcune esperienza di coscienza “intermedie” – la cui esistenza è
documentata anche nella ricerca scientifica contemporanea – e ricomincia a vivere, associandosi ad
una nuova esistenza materiale.
Gli esseri muoiono e rinascono, facendo
nuove esperienze ed evolvendo la propria
coscienza e consapevolezza.
Per la seconda religione, esiste una sola vita, a cui viene
abbinata – al momento del concepimento – una sola anima da parte del Creatore.
Lo scopo di questa unica vita non è l’evoluzione spirituale e la realizzazione
del “divino” in se stessi; bensì l’obbedienza alla volontà di un Creatore
intrinsecamente diverso e superiore. L’osservanza di questa regola è
ricompensata da un premio “eterno”, definito paradiso. La disobbedienza è
invece seguita da una punizione, anch’essa “eterna”, definita inferno.
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Secondo la prima religione: spiritualità, scienza e filosofia sono la
stessa cosa.
Il processo di liberazione e “illuminazione
spirituale” dell’individuo passa anche attraverso l’uso della ragione, cioè la comprensione corretta della propria
mente e della realtà.
Per la seconda religione, la fede è assolutamente prioritaria,
mentre la ragione è ingannevole e tendenzialmente erronea (“La ragione è la puttana del demonio”,
Martin Lutero).
La scienza e la filosofia sono discipline
distinte e separate dalla religione e – nel corso del millenni – sono state
soggette a persecuzioni sanguinose.
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Secondo la prima religione, l’evoluzione
spirituale dell’individuo si misura attraverso tre criteri infallibili: virtù, amore e saggezza.
La virtù consiste nel non
arrecare danno al prossimo.
L’amore consiste nel desiderare
la felicità degli altri, almeno quanto si desidera la propria.
La saggezza
consiste nel realizzare la propria naturale spirituale, sconfiggendo le
emozioni perturbatrici e le illusioni del mondo materiale.
Secondo la prima religione, questi tre
criteri non sono negoziabili.
Per la seconda religione, i tre criteri
citati sono relativi e negoziabili a
piacimento.
Virtù e amore possono essere praticati verso
chi condivide il proprio stesso credo, e possono essere ignorati allo scopo di
perseguitare e sopprimere chi la pensa diversamente.
La seconda religione, da due millenni a
questa parte, è direttamente responsabile di milioni di morti ammazzati, nel
nome della guerra (ritenuta “santa”) contro le diverse forme di eresia.
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Secondo la prima religione, il punto
cruciale di ogni pratica spirituale consiste nel migliore se stessi e “diventare come…” (… come il Buddha, come un
Essere illuminato, come il Fondatore di una certa Tradizione, ecc) per esperienza diretta.
Per la seconda religione, il punto cruciale non è “diventare come…” ma credere (e/o
obbedire) a un principio intrinsecamente
diverso e superiore. Ciò che conta non è la trasformazione/realizzazione
dell’individuo, la l’adorazione/sottomissione nei confronti di un principio
esterno all’individuo stesso.
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La prima religione insegna fondamentalmente
la Liberazione e l’Illuminazione: la
realizzazione di quell’Assoluto (o Dio) che è dentro ciascuno di noi.
È la
più antica del mondo ed è presente da millenni in ogni angolo più remoto
del pianeta.
È alla base di tutte le forme di spiritualità nativa e originaria, in
tutte le sue varianti, inclusi lo sciamanesimo
e l’animismo.
È alla base di tutte le tradizioni spirituali dell’Oriente, inclusi l’Induismo, il Buddhismo e il Taoismo.
È alla base di tutti gli insegnamenti
spirituali originari dell’Occidente
(incluse le antiche Scuole dei misteri, lo gnosticismo, l’ermetismo e il cosiddetto
paganesimo) e di tutto il pensiero
filosofico occidentale, dall’Antichità classica all’Illuminismo.
Essendo una religione di natura evolutiva, è
compatibile con la scienza e con il
progresso delle sue scoperte.
La seconda religione insegna soprattutto la
sottomissione dell’individuo ad un Dio intrinsecamente diverso da lui e
superiore.
È una
religione recente e si è affermata (anche con l’aiuto del Colonialismo,
dell’Inquisizione, delle “Guerre Sante” e altre forme di conversione violenta)
solo negli ultimi 1500 anni.
È alla
base delle tre religione abramiche: Ebraismo, Cristianesimo e Islam.
Queste religioni sono dette abramiche perché
tutte e tre riconoscono un comune precedessore spirituale nella figura biblica
del patriarca Abramo.
Essendo una religione creazionista, che
minimizza il ruolo dell’evoluzione (interiore ed esteriore), è spesso
incompatibile con la scienza e con il progresso delle sue scoperte.
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La prima religione onora e rispetta, come
suoi predecessori ed esempi viventi, figure dotate di esemplare rettitudine,
compassione e saggezza: come il Buddha, Lao-Tsu, Krishna e gli innumerevoli
Esseri Illuminati e Maestri spirituali venerati nelle diverse Tradizioni di
tutto il mondo.
La seconda religione onora e rispetta, come
suo principale predecessore e patriarca, un uomo come Abramo, che era pronto a
immolare il proprio figlio Isacco in un sacrificio umano, come pura e semplice “prova
obbedienza” richiestagli da un Dio capriccioso.
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La prima religione è un Insegnamento di Liberazione.
La seconda religione è un Insegnamento di Sottomissione.
La prima religione potrebbe essere più
accuratamente definita come un percorso
di realizzazione personale e spirituale. Alla seconda, invece, si addice
più propriamente il termine “religione”,
soprattutto nelle sue accezioni tradizionali, “ortodosse” e bigotte.
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Come vedi, non è vero che “le religioni sono tutte uguali” e che “la loro
essenza è sempre la stessa”.
Quando qualcuno lo afferma, correggi con
gentilezza la sua visione errata, e/o suggeriscigli di leggere questo articolo.
In questo modo, esistono due religioni profondamente diverse. Dal punto di vista
dei criteri e delle angolatura che ho elencato sopra, queste due religioni non potrebbero essere più distanti. Sono
di fatto opposte. L’una è il contrario dell’altra, e non possono essere praticate contemporaneamente, a meno di non
essere vittime di una profonda confusione mentale.
Le due religioni sono di fatto incompatibili.
Dunque, se sei interessato a praticare una
religione per migliorare la tua vita e per essere di beneficio agli altri (il
che è molto bello e virtuoso) ti tocca fare una scelta di campo. Non puoi fare finta che “tutte portano alla stessa
meta finale”, perché questo non è vero
e, anzi, possono portare a mete molto diverse.
Tu hai preso la tua
decisione?
Nessuno può obbligarti a sceglierne una
rispetto all’altra: questa è una decisione interiore che solo tu,
in cuor tuo, puoi prendere. Se praticate in buona fede e per il bene degli altri, entrambe possono migliorare la mente e il
cuore di una persona. Però non puoi praticarle “entrambe”, perché sarebbe privo
di logica ed equivarrebbe a non praticare nulla.
Dunque, prendi la tua decisione. Non essere “tiepido”,
deciditi! I “tiepidi” sono
costretti a reincarnarsi mille volte, per prendere quella decisione che in
precedenza non hanno avuto il coraggio di prendere. Questo include gli atei,
gli scettici, gli agnostici e tutti quelli che ho definito “bigotti irreligiosi”.
Questi sono persone “tiepide”, che non vogliono soffermarsi a riflettere su cos’è
per loro Dio, l’Anima e la Vera Natura degli esseri viventi. Non ci pensano,
non sanno decidere, e non sanno come questo si può applicare a loro stessi,
dunque “rimandano”.
Quando avrai deciso, sii
fiero della tua decisione!
Non
nutrire complessi di inferiorità.
Non essere “tiepido” anche dopo
aver deciso!
Alcuni studenti mi domandano:
“Come
faccio a dirlo agli altri?”
“Come
faccio a spiegarlo ai miei parenti?”
“Cosa
devo dire ai miei figli?”
“Come
la mettiamo con il catechismo?”
E così via….
Io ti dico: se hai fatto una scelta, getta
alle ortiche i complessi di inferiorità.
Sii
fiero della decisione che hai preso!
Se hai deciso di seguire la seconda
religione, io ti rispetto. Possiamo essere
amici e volerci bene, grazie a Dio (la prima religione non ha mai causato “guerre
sante”, né versato il sangue di chi la pensava diversamente).
Ti rispetto e, naturalmente, mi aspetto di essere rispettato a mia volta.
Se hai deciso – come me – di seguire la
prima religione, sii fiero della tua scelta: sappi che appartieni a un lignaggio spirituale nobile e virtuoso,
che ha fatto sempre e solo il bene di tutti gli esseri viventi; non hai nulla
da nascondere e nulla di cui vergognarti.
Al giorno d’oggi, moltissimi seguono la
prima delle due religioni, l’Insegnamento della Liberazione, o sono d’accordo
con i suoi principi…
… Ma non lo sanno! Non si sono mai soffermati a riflettere su questo!
I seguaci della seconda religione sono molto
forti, fieri e uniti fra di loro, nel loro comune senso di identità.
Si riuniscono nelle loro
chiese, sinagoghe e moschee e tutti gli altri… se stanno zitti, vuol dire che
sono d’accordo con loro.
Io voglio che i seguaci della prima
religione siano altrettanto forti, fieri
e uniti fra loro.
Io voglio che quando si parla di
spiritualità, anche casualmente e/o fra amici, chi appartiene alla prima
religione abbia il coraggio di dire, a testa alta: “IO appartengo alla prima religione. Seguo l’Insegnamento di Liberazione”.
Impara a spiegarlo con parole semplici,
oppure consiglia ai tuoi amici e/o parenti di leggere questo articolo.
I membri della prima religione devono iniziare
a riconoscersi fra loro. Cerca gli altri
che sono come te: sono tantissimi, e sono letteralmente ovunque!
Voglio che quando si parla di spiritualità o
religione, tu non nasconda la testa sotto la sabbia. Quando qualcuno dà per
scontato che tu appartenga alla seconda religione (o mette in discussione il
tuo pensiero, la tua educazione dei figli, la tua idea del “catechismo”, ecc.)
voglio che tu affermi le tue convinzioni
a testa alta e con fierezza. Rispondi: “Io
appartengo a un’altra religione, l’Insegnamento di Liberazione, la prima e più
antica religione di questo pianeta”.
Non vergognarti, sii fiero. Sei
in buona compagnia. Quelli come te sono tanti.
tratto dall'Articolo di Italo Cillo.... per leggerlo clicca QUI
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